FOTOTRAPPOLA: tutto ciò che non possiamo, non riusciamo, non vogliamo vedere.

domenica 29 gennaio 2012

Rifugio Alpenrose-Prada-Rifugio Alpenrose



Sabato 28 gennaio. Sveglia alle 6 e 45. Le previsioni meteo non sbagliano. Nevica. Poco, ma nevica. Verso le 8 sono al parcheggio del rifugio Alpenrose, sopra l'abitato di San Lorenzo in Banale. Seguo il sentiero 351 in direzione della forcella di Bregain. Questa salita la conosco. Poco più di due chilometri e mezzo al 23% di pendenza media.



La salita non dà tregua finchè non si esce dal bosco. La vista si perde nei pascoli. Sono da solo. Non ci sono altre tracce nella neve. Al bivio prendo il 345 b. La scelta è praticamente obbligata. E' pericoloso salire alla forcella. Vedo alcuni camosci.





Arrivo a Prada (1541). Seguo la strada principale facendo attenzione a non scivolere. Chiudo il cerchio tornando al parcheggio.





Una giornata grigia come questa, con le neve e nessun altro mi mancava. Peccato solamente per l'orso. Ho visto una traccia nei pressi di Prada. Nulla di più. Ci riproverò.




venerdì 27 gennaio 2012

Frotten-Rifugio Sette Selle-Passo dei Garofani-Lago di Erdemolo-Frotten


Domenica 15 gennaio 2012. Parto. Direzione Val dei Mocheni. Verso le 9 parcheggio in località Frotten. Il termometro segna -9. Infilo guanti e berretto e mi incammino seguendo il sentiero 343 in direzione del Rifugio Sette Selle 2014. Il primo tratto di strada è anche quello più indidioso a causa del ghiaccio. Raggiungo i Baiti del Laner 1757 e Croce del Laner 1860. Proseguo in direzione del rifugio. Il sole si fa attendere.





Il bosco si apre. Ecco il rifugio. Prima di proseguire verso il lago faccio una piccola deviazione a sinistra. Finalmente esce il sole. Sono sul Passo dei Garofani (2058). Per qualche minuto mi muovo sulla cresta in direzione del Passo Palù (2073). Torno indietro e scendo nuovamente al rifugio.







Seguo sempre il 343. La musica cambia subito. Le pendenze si fanno sostenute. Dopo un'ora sono alla Forcella delle Conelle (2198). Faccio una sosta e riparto. Il lago è ancora lontano. Devo salire di quota e la neve rende tutto più faticoso. Finalmente vedo il rifugio e il lago di Erdemolo ghiacciato. Rispetto al sentiero faccio una deviazione per accorciare la discesa. Mi fermo al rifugio e mangio qualcosa.







Seguo il 325 in direzione del parcheggio. Sono arrivato.


Una meta classica che dà sempre soddisfazione. La fatica l'ho sentita eccome. Quasi 1300 metri di dislivello distribuiti in 14 chilometri.
Sempre io e la mia macchina fotografica. Sempre presenti.

lunedì 23 gennaio 2012

Sfregamento continuo


Il povero ramo sembra essere il gioco preferito del camoscio. Prima lo prende a morsi, poi lo usa come grattatoio.

mercoledì 18 gennaio 2012

Camoscio adulto d'inverno


Lo splendido esemplare mette in mostra il mantello invernale. Il pelo è lungo e nero per l'assorbimento del calore.

domenica 15 gennaio 2012

Finalmente camosci


Una vita in bianco e nero. Il piccolo camoscio cerca la madre. Se alzate il volume sentirete il richiamo.

Colpo di coda


Una bella coda per un bello spavento.

Cinghiale curioso


L'esemplare in questione non sembra aver alcun timore della fototrappola. Si avvicina per controllare la situazione. Sicuro di essere stato ripreso se ne va.

martedì 10 gennaio 2012

Sorpresa sulla via che porta al Monte Cimone

Domenica 8 gennaio. Mi sveglio presto. Alle 7 sono a Caldonazzo. E' ancora buio. Salgo lungo il sentiero 225 in direzione del Monte Cimone (1525). Due caprioli scappano nel bosco, ma non c'è abbastanza luce per fare foto decenti. Continuo a salire. Sento un fischio. Mi volto e vedo un camoscio. Poco dopo ne arrivano altri quattro, due adulti e due cuccioli. Li guardo e loro fanno altrettanto. Mi sdraio dietro alcune rocce e comincio a scattare fotografie.
Non mi rendo conto del tempo che passa. Sono già le 10 e 30. Addio giro. I camosci sono sempre lì. Quando se ne vanno è ora di tornare a casa.










Una giornata fortunata. Senza dubbio. Ho trasformato il giro in un appostamento, ma è stato altrettanto appagante. Ho calcato questi posti decine di volte, ma solo in due occasioni mi sono trovato in questa bella situazione.

domenica 8 gennaio 2012

Processione di cinghiali


Mi sa che questi cinghiali, ormai tozzi, sono quelli filmati qualche mese fa.

A spasso sulla Marzola


Sabato 31 dicembre. Mi sono addormentato. Alle 8 e 45 arrivo a Susà. Parcheggio al campo sportivo e parto. A parte l'ora la giornata promette bene. Il sole splende senza nuvole. Carico lo zaino, infilo la reflex al collo e parto. Sono a circa 700 metri. Seguo il sentiero 436. Sale subito, senza tregua all'interno della faggeta. Arrivo allo Spiaz dei quattro soldi (990). Tolgo la giacca e riparto.




Raggiungo un piccolo punto panoramico. La vista sul lago di Caldonazzo merita una foto. Incontro la neve e tanti, tanti capanni di cacciatori.

Ormai sono quasi al Doss dei Corvi (1474). Ecco la croce. Continuo a salire. E' tutto ghiacciato. Faccio attenzione a non cadere.




Manca poco. Raggiungo la Sella della Marzola (1692). Sulla mia sinistra vedo la Cima della Marzola (1737) con la relatica croce. Davanti agli occhi ho una vista a 360 gradi. Dalla Valsugana alla Valle dell'Adige. Il vento soffia forte. Mi siedo e mangio qualcosa.


Scendo dal sentiero433. Il primo tratto è molto ripido. Fortunatamente il sole ha riscaldato il terreno. Lo strato superficiale è soffice quanto basta a far fare presa agli scarponi. Mi immergo nuovamente nella faggeta. Supero la località Malga di Susà e sono nuovamente al parcheggio.
Ho fatto più fatica a scendere che a salire. Un giro perfetto per gli amanti dei panorami. Da non sottovalutare.
Sono stanco, spero solo di arrivare alla mezzanotte.