FOTOTRAPPOLA: tutto ciò che non possiamo, non riusciamo, non vogliamo vedere.

sabato 27 ottobre 2012

giovedì 25 ottobre 2012

Passo Manghen-Forcella del Frate-Monte Ziolera-Forcella Ziolera-Forcella Pala del Becco-Lago di Montalon-Forcella di Montalon-Forcella di Valsorda-Lago delle Stellune-Malga Cazzorga-Lago delle Buse-Passo Manghen



Giovedì 25 ottobre 2012. Approfitto della bella giornata per fare un'escursione in Bassa Valsugana. Alle 9 raggiungo il Passo Manghen (2047), dove lascio la macchina. Seguo il sentiero 322 che sale alla Forcella del Frate (2228). Soffia un venticello davvero freddo. Decido subito di salire sul Monte Ziolera (2478) che si trova alla mia sinistra. La salita è semplice. In breve tempo sono sotto la croce. Dalla cima il panorama è praticamente sconfinato.





Scendo seguendo la traccia est fino a raggiungere la Forcella Ziolera (2250). Da qui il sentiero segue le pendici della Cima Todesca (2435). Sono evidenti i ruderi degli avamposti militari. Tra continui sali e scendi giungo alla Forcella Pala del Becco (2245).  Da qui in avanti il sentiero perde quota fino al Lago di Montalon (2125). Prima di arrivare al lago bisogna superare un tratto su rocce molto molto mobili. Incontro due persone. Le uniche. Per fare una foto d'insieme devo salire fino alla Forcella di Montalon (2133). Nei pressi sono presenti altri specchi d'acqua, uno dei quali è completamente ghiacciato.









Decido di muovermi in direzione della Forcella di Valsorda (2256). Il sentiero è ghiacciato perché si sviluppa sotto Cima delle Buse e Monte Montalon. Procedo lentamente per non scivolare. Avvisto finalmente il Lago delle Stellune (2091). Sono alla forcella.




Ora sono sul 318 e lo seguo fino a Malga Cazzorga (1845). Da qui risalgo il Pian della Maddalena fin sotto Forcella di Montalon. Ne approfitto per mangiare e recuperare energie. Avvisto il segnavia che indica Pian delle Fave. Finalmente. Ora proseguo verso il Lago delle Buse (2066). Eccolo!



Manca poco. Mi fermo ad ammirare l'Eterno. Scendo ancora. Arrivato.




Giro molto faticoso con ambienti severi. Non pensavo di estendere il giro fino alla Forcella di Valsorda. Tanti chilometri. Davvero.

domenica 21 ottobre 2012

Rifugio Alpenrose-I Rossati risalendo la Val Dorè e ritorno lungo i pascoli del Monte Prada



Sabato 20 ottobre 2012. Oggi sono in compagnia di Everest, Misty e Marco. Superato l'abitato di San Lorenzo in Banale parcheggiamo nella piazzola poco sotto il Rifugio Alpenrose (1069). Il cielo è azzurro e privo di nuvole. Un vero miracolo. Ci incamminiamo lungo il sentiero 345. Superati i primi tornanti intercettiamo una traccia che porta in località Prada (1541). Usciti dal bosco i pascoli si aprono, regalando uno squarcio d'autunno bellissimo.





Comincia la salita vera lungo la Val Dorè. Le pendenze sono notevoli. Salendo rapidamente di  quota avvistiamo i primi camosci. Ci muoviamo verso nord, in direzione della lontana Cima Ghez. L'anfiteatro davanti a noi è davvero notevole.





Ecco la prima neve. Prima tracce poi diversi centimetri. Vediamo la meta di oggi: I Rossati (2441), cima che si innalza tra il Ghez (2713) e il Soran (2397) con la sua colorazione inconfondibile. Un branco numeroso di camosci ci tiene occupati per un po'. Quante foto. L'avvicinamento alla cima avviene su traccia molto pendente e scivolosa. Da fare con attenzione. Ci siamo. Il panorama è impagabile. Adesso possiamo finalmente mangiare.









Scendiamo lungo lo stesso sentiero dell'andata. Con attenzione perché neve e fango rendono l'erba scivolosa. A circa 1900 m intercettiamo un sentierino riportato come traccia sulla cartina. Ci alziamo di alcune decine di metri e ci portiamo sui pascoli che risalgono verso il Ghez. Proseguiamo sotto il Dosso delle Saette (2245) e il Dosso Alto (2123) lungo i pascoli del Monte Prada (1806) fino ad intercettare il 351. Entriamo nel bosco e scendiamo fino al parcheggio. Arrivati.




Giro molto faticoso e per questo poco frequentato, ma molto molto appagante. Il paesaggio tipico di queste zone è uno dei miei preferiti. E quanti animali...Bellissima compagnia anche oggi, la vera ciliegina sulla torta. Alla prossima.

sabato 13 ottobre 2012

Lago di Tovel-Malga Tuena-sentiero di Val Formiga-Malga Tassulla-Bivacco Pinamonti-Passo della Nana-sentiero delle Palete-Passo dell'Uomo-sentiero di Val Madris-Malga Tuena-Lago di Tovel


Sabato 13 ottobre 2012. Ennesimo fine settimana piovoso. Con Marco raggiungiamo il Lago di Tovel, nostro punto di partenza. Ci accompagna fin dai primi passi una leggera pioggerellina. Costeggiamo inizialmente il lago. Superato l'Albergo Miralago imbocchiamo la forestale che, in breve tempo, ci porta al sentiero 309 che sale alla malga Tuena (1740).




La salita è molto ripida e ci porta rapidamente fuori dal bosco. Il tempo migliora. Esce un timido sole che ravviva i pascoli della malga. Che spettacolo. La vista sul lago e i colori dell'autunno sono grandiosi. Un miracolo che il cielo si sia aperto proprio in questo momento. Grazie Sant'Antonio.





Proseguiamo. Stavolta seguendo il 311 o sentiero di Val Formiga. Il segnavia indica 2 ore di tempo per la Malga Tassulla (2090). Ci vorranno tutte. Lo scenario è grandioso. Il sentierino sale nei pascoli tra i larici e le rocce, con il Castellazzo (2206) sullo sfondo. Poco prima della salita che porta al Passo di Val Formiga (2072) avvistiamo un gruppo di camosci. In realtà è una vera e propria comitiva di una trentina di esemplari, uno in fila all'altro sul sentiero. Mai vista una cosa del genere.



Avvistiamo un laghetto in cui si specchia il Pellerot (2292). Si apre il Pian della Nana, da rimanere senza fiato. La Malga Tassulla è davanti a noi. Al Bivacco Pinamonti mangiamo qualcosa. Ricomincia a piovere.






Ripartiamo. Si è alzata la nebbia. Proseguiamo lungo il 336. Sulla sinistra si trova il Baito Nana (2099), cento metri sopra il quale un Cristo precede il Passo della Nana (2195). Purtroppo il Palon (2320) è mascherato dalla nebbia.


Al bivio imbocchiamo il 306 o Sentiero delle Palete. L'acqua diventa neve a mano a mano che ci alziamo di quota. Sì, la prima neve! Un segnavia indica che l'ascesa al Passo dell'Uomo (2395) è difficile. Provare per credere. Si sale in un canalone tra le rocce e si attraversa il Ponte dei Sospiri  che consente il superamento di un crepaccio. Adesso è solo neve. Fantastico.



Saliamo fino a 2450 m poi è tutta discesa. Veramente bella e piena di stelle alpine. Il cielo si apre e ci mostra la neve fresca. Gli scorci lasciano senza parole. Al bivio prendiamo il 310, o Sentiero della Val Madris, che ci  riporta rapidamente a Malga Tuena.




Mangiamo qualcosa poi ripartiamo. Ecco il lago. Arrivati


Uno dei più bei giri che abbia mai fatto. Sarà per le valli selvagge, per tutti gli animali visti o per tutto quello messo in campo per portarlo a termine, sta di fatto che mi sento veramente appagato. Splendido. Più di 1800 m di dislivello per 24 Km di sviluppo complessivo.