FOTOTRAPPOLA: tutto ciò che non possiamo, non riusciamo, non vogliamo vedere.

mercoledì 14 agosto 2013

Risalendo la Val di Jon fino alla Forcoletta di Jon



Sabato 10 agosto 2013. Il cielo è nitidissimo. Naturale dopo il temporale della notte precedente. Parto presto in direzione di San Lorenzo in Banale. Parcheggio poco più avanti del Ponte di Baesa e inizio a risalire il sentiero 349. Queste pendenze me lo ricordo eccome. In prossimità della teleferica tengo la sinistra e, dopo una breve discesa, giungo ai Masi Jon.

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Mi addentro nel cuore della valle. La traccia è marcata, merito anche delle vacche portate in alpeggio. Giungo ai ruderi della Malga Binasia di Andogno (1401). Da qui in avanti l’altezza dell’erba bagnata si mantiene costantemente sopra il metro. Una vera goduria. 

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Finalmente esce il sole. Poco prima di Malga Asbelz (1946) intercetto il noto 349. Faccio una breve pausa. Mi avvio al lago d’Asbelz. Lo specchio d’acqua è ormai ridotto ad una pozzanghera poco profonda.

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Abbandono la traccia principale e mi incammino in direzione nord. Un numeroso branco di mufloni scende dagli sfasciumi della Crona Vecchia e attraversa l’intera Busa del Lago.

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Risalgo il valico posto sulla sinistra di Cima Forcolotta (2504). Eccomi alla Forcoletta di Jon (2339), detta anche “i confini” in quanto delimita i territori dei Comuni di San Lorenzo, Stenico e Dorsino. Da questo squarcio di roccia si possono sentire i suoni della Val d’Algone. Spettacolo.

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E’ ora di ripartire. Giunto nuovamente alla malga percorro il 349 che si mantiene costantemente più alto della traccia seguita all’andata. Solo dopo il Pian del Vel cala bruscamente fino ad intercettare, poco sotto i Castioni, la teleferica. Sono al punto di partenza.

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La vera bellezza selvaggia di questa valle la si cattura solamente risalendola dal sentiero che parte dai Masi Jon. La traccia non sempre è evidente, ma per la maggior parte segue il letto del Torrente di Jon, ora prosciugato. Il giro presenta uno sviluppo complessivo di quasi 16 chilometri per un dislivello di circa 1400 metri.

Località La Rì-Forcella Bregain-Doss Alto-Prada-Rifugio Alpenrose

Doss Alto-Prada
 
Martedì 13 agosto 2013. Parcheggio in località La Rì, poco sotto il Rifugio Alpenrose. Salgo rapidamente il ripido 351 che porta direttamente alla Forcella Bregain (1833). Pur essendo primo pomeriggio la giornata è fredda e soffia un gran vento.
 
 
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Abbandono il sentiero principale e inizio a percorrere la cresta che porta al Doss Alto (2124). Le tracce del passaggio dei camosci sono evidenti. Le seguo. Da quassù scorgo Malga Ben (1724). Un grosso alveare sporge da una roccia. L’opera è davvero notevole.
 
 
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Fatico non poco a guadagnare metri ma vengo ripagato da un panorama eccezionale. Davvero.
 
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Scendo il ripido pendio fino ad intercettare il 345b che seguo fino alla località Prada (1537). Da qui percorro il 345 fino alla macchina. L’anello è chiuso.
 
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Posti noti che presentano infinite possibilità. Il giro è davvero bello ma occorre attenzione nel salire i ripidi pendii erbosi. Complessivamente lo sviluppo misura circa 8 chilometri per un dislivello superiore ai 1000 metri.

mercoledì 7 agosto 2013

Orso Yoghi


Finalmente si vede anche nella realtà. Stupendo.

Giovane camoscio ferito


Un giovane animale con il destino quasi segnato.

O tutto o niente


Passi intere settimane in attesa di scoprire se hai filmato qualcosa di interessante e puntualmente le tue aspettative vengono disattese. Capitano invece botte di fortuna come questa dove capisci che non è tutta una questione di matematica.

lunedì 5 agosto 2013

Tripudio di colori


L'attesa è ripagata da questo bel camoscio. Il mantello estivo è evidente.

Cervo trionfante



Un esemplare bellissimo con un portamento imponente passeggia nei pressi della fototrappola. Una bella fortuna.

Rifugio Fratelli Garbari ai XII Apostoli: Malga Nambi-Baito dei Cacciatori-Busa di Sacco-Passo dei XII Apostoli-Scala Santa-Passo del Gotro-Malga Movlina e ritorno

Domenica 28 luglio 2013. Oggi sono in compagnia di mio papà. Partiamo di buon mattino. Come accade ormai da 61 anni oggi si commemorano i caduti della montagna presso il Rifugio Fratelli Garbari ai XII Apostoli. Parcheggiamo a Malga Nambi (1374) ed imbocchiamo immediatamente il sentiero 341B che risale la Val di Sacco.
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In breve tempo raggiungiamo il Baito dei Cacciatori (1800) dove facciamo la nostra prima pausa della giornata. Il sole è ormai alto. Prevediamo una giornata davvero calda. Il passo è spedito. Siamo al cospetto della Busa di Sacco. Il posto è davvero idilliaco.




Ora ci attende una bella rampa che porta al Passo dei XII Apostoli (2579). Un punto attrezzato aiuta a superare un salto di roccia. La salita finale al passo è molto ripida e dura. Finalmente scolliniamo.



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Ci muoviamo in direzione del rifugio (2489). Centinaia di persone circondano il Coro della SOSAT intento nell’intonare struggenti melodie. Saliamo alla chiesetta scavata nella roccia. Silenzio.


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Seduti su due rocce pranziamo. Scendiamo dalla Val di Nardis seguendo il sentiero 307. La Scala Santa è l’unico tratto attrezzato che superiamo senza problemi.


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Ci muoviamo in direzione Malga Movlina (1786). Superiamo il Passo del Gotro (1848). Poco prima della malga la vacche al pascolo ci salutano con i loro muggiti. Il lago di Val d’Agola è di un blu davvero intenso.

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Imbocchiamo la traccia che dal parcheggio poco sotto la malga scende a Malga Nambi. In breve tempo siamo alla macchina.

Un giro splendido. Ci siamo fatti un regalo a vicenda. Non aggiungo altro.