FOTOTRAPPOLA: tutto ciò che non possiamo, non riusciamo, non vogliamo vedere.

venerdì 20 settembre 2013

Malga d'Arza-Malga Loverdina-Malga Campa-Alpe Vedretti e ritorno



Venerdì 20 settembre 2013. Rieccomi all'opera. Dall'abitato di Cunevo seguo le indicazioni per Malga d'Arza (1507). Al parcheggio lascio il mezzo e incomincio a percorrere il sentiero 330 che porta immediatamente alla malga. La stalla è oggetto di lavori di manutenzione. Al bivio imbocco il 370.



La forestale diviene ben presto ripido sentiero. Appena fuori dal bosco avvisto 3 camosci per nulla intimoriti dalla mia presenza. I pascoli si aprono e in pochi passi raggiungo Malga Loverdina (1771). Niente sosta. La strada per Malga Campa (1982) è ancora lunga.





Il sentiero sale regolare. Ignoro il bivio per la Val Scura. Scollino ad una quota di poco superiore ai 2000 m. Dopo un breve, ma ripido tratto dotato di cordino, la traccia spiana. Eccomi alla malga. Il camino fuma. Purtroppo si è alzata la nebbia, ma provo comunque a seguire il sentiero 363 che porta a Malga Sporminore (1931).




Sono al cospetto di Cima Trettel (2334) e Cima Borcola (2392). Il sentiero è evidente e ben segnato. Supero l'Alpe Vedretti fino a raggiungere il bivio con il 361. Non vedo la malga a causa della nebbia, così decido di tornare indietro. Peccato, ma almeno mi sono risparmiato un po' di dislivello...





La nebbia va e viene, ma mi regala qualche scorcio meraviglioso prima di tornare a casa. Fantastico!



Posti noti che non stancano mai. Ogni volta che vengo da queste parti il meteo è sempre inclemente! Se non è pioggia è nebbia. Poco male. Anche oggi mi sono fatto una scorpacciata di soddisfazione. Il giro non è difficile e nemmeno impegnativo. Se non ci fosse stata la nebbia volevo proseguire fino alla Sella del Montoz (2327) e poi tornare alla Campa lungo il 338. Complessivamente il giro presenta un dislivello di 1000 m ed uno sviluppo di 13 km.


mercoledì 4 settembre 2013

Andalo-Rifugio Croz dell’Altissimo-Vallazza-Busa dell’Acqua-Bocca della Vallazza e ritorno

Sabato 17 agosto 2013. Lascio la macchina al parcheggio in località Valbiole. Seguo la strada sterrata che porta rapidamente al Rifugio Brenta (1367). Imbocco il sentiero 340 che risale la Valle delle Seghe. Non incontro nessuno. Dopo poco meno di un’ora giungo al Rifugio Croz dell’Altissimo (1431). Ora comincia la fatica. Quella vera.

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Risalgo la Vallazza seguendo il Sentiero delle Val Perse n. 322. Ignoro il bivio con il 344 che sale al Passo del Clamer. Superati un breve tratto attrezzato con cordino e due salti di roccia con scalette, giungo alla Busa dell’Acqua. Si tratta di una conca prativa posta alle pendici di Cima Roma (2837) e Cima della Vallazza (2810).
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Alcune marmotte alzano la voce, ricordandomi che sono nel loro territorio. Abbandono il Sentiero delle Val Perse che conduce alla Bocca del Tuckett (2613) e proseguo lungo il 314. La traccia, anche se poco calcata, è ben segnata e molto intuitiva.

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La salita è faticosa, su roccia, e bisogna porre attenzione a dove si mettono i piedi. Giunto alla Bocca della Vallazza (2453) mi siedo a contemplare il paesaggio. Le vacche pascolano sotto la cima del Monte Turrion Alto (2443).

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Avrei infinite possibilità per proseguire. Potrei salire a Cima Roma oppure scendere a Malga Spora. Decido di fermarmi qui. Non mi resta che tornare indietro dalla stessa via dell’andata. Dopo circa due ore sono alla macchina.

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Un giro impegnativo per sviluppo e altimetria. Per portarlo a termine occorrono circa 20 chilometri ed un dislivello di circa 1500 metri. La salita alla Bocca della Vallazza è intuitiva, ma necessità passo sicuro.