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domenica 2 ottobre 2016

Vallon-Busa Fonda-Passo del Forno-Busa delle Gere-Passo delle Ortiche-Tovo delle Ortiche-Vallon

Sabato 01 ottobre 2016. Sono in compagnia di Franco e Faby. Oggi è la volta della Val d'Algone. Lasciata la macchina in prossimità di Malga Vallon (1210) iniziamo a risalire l'ex sentiero SAT 359. Il tratto iniziale si sviluppa lungo un imponente canalone detritico. Numerosi ometti rendono intuitiva l'ascesa. 



Guadagnando quota la traccia si sposta gradualmente sotto le pareti del Monte Pinzon (1786). Le pendenze si fanno ora più importanti. La salita tra i mughi culmina alla Busa Fonda. Proseguiamo in direzione nord. Avvistiamo due cacciatori appostati poco sotto il sentiero a meno di 50 metri da noi. Sparano ugualmente anche se siamo lì a pochi passi. Due volte. Un camoscio rotola sul ghiaione. Era la priorità. Il premio di giornata. Dicono di averci visto. Che il cartello del divieto di caccia posto su una roccia sopra il sentiero è vecchio. Sono sconcertato.   





Dal pianoro erboso ci muoviamo verso il Passo del Forno (2238). Lo raggiungiamo a fatica dopo aver risalito un ripidissimo pendio.





Dopo una meritata sosta decidiamo di proseguire al Passo delle Ortiche (2170). Muovendoci con attenzione lungo delle cenge giungiamo ad una selletta che dà sulla Busa delle Gere. Numerosi camosci si tengono a debita distanza. La bellezza dei luoghi lascia senza fiato. 







Superati gli ultimi pendii erbosi posti sotto Cima della Finestra (2618) giungiamo al Tovo delle Ortiche che rimontiamo fino all'omonimo passo. La nebbia impedisce la vista sul versante opposto. 




Dal passo torniamo indietro fino alla testata del Tovo delle Ortiche. Qui intercettiamo un sentierino che lo discende e che permette, senza mai abbandonarlo, di tornare al punto di partenza.


La vastità degli ambienti, la loro integrità e la solitudine che sanno trasmettere rendono l'itinerario unico. L'escursione risulta impegnativa e per nulla scontata. Anche se diversi passaggi sembrano più complessi a vedersi che a farsi, sono necessari massima attenzione e piede fermo. Il giro presenta uno sviluppo complessivo di circa 10 chilometri per quasi 1250 metri di dislivello.  

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