FOTOTRAPPOLA: tutto ciò che non possiamo, non riusciamo, non vogliamo vedere.

sabato 26 novembre 2011

A volte ritornano


Che sorpresa. Il muflone dal mantello albino ricompare dopo settimane di silenzio. Stupendo.

martedì 22 novembre 2011

Gemelli


I giovani crescono. Questi due splendidi animali si preparano alla stagione fredda.

domenica 20 novembre 2011

Rifugio Predaia - Malga Nuova di Coredo - Malga Vecchia di Coredo - Testa Nera - Malga di Tres -Rifugio Predaia

Predaia-Testa Nera

Sabato 12 novembre. La giornata è fredda. Il cielo limpido. Solo una leggera nebbiolina maschera i prati in prossimità del Rifugio Predaia (1396). Al parcheggio lascio la macchina e mi incammino lungo il sentiero 503.
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Vedo tre caprioli rincorrersi. Mi notano e scappano nella nebbia. Al bivio in prossimità del Bus del Spin seguo il 530. Il sentiero si sviluppa nel bosco e sale leggermente solamente in prossimità della Malga Nuova di Coredo (1565). La costruzione è imponente.
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Proseguo. Sono sempre nel bosco e dopo un lungo sali e scendi arrivo alla Malga Vecchia di Coredo (1624).
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Qua comincia l’unico tratto veramente impegnativo della giornata che porta alla Bocca di Val Calana (1844).
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L’indicazione dice che in venti minuti posso raggiungere il punto panoramico Testa Nera (1953). La salita è molto bella e in poco tempo raggiungo la croce. Sono sul punto più alto. Il lago di Caldaro è sotto di me.
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Scatto qualche foto e torno alla Bocca di Val Calana. Ormai sono in quota.
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Prendo il sentiero 500 e scendo in direzione Passo Predaia (1639). Seguendo il 526 in breve tempo sono alla Malga di Tres (1570). Da qui proseguo per il Rifugio Predaia e sono nuovamente al punto di partenza.

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Molto vario e poco impegnativo questo è un giro che consiglio a tutti.

Mamma muflona, piccolo e babysitter


Nel tenero quadretto familiare la mamma precede il piccolo. Dietro la pianta si intravede un'altra femmina adulta.

mercoledì 16 novembre 2011

Cambiamenti


Non è semplice risalire, cominciare da zero. Quando una luce si accende non starla a guardare. Valla a prendere e falla tua.

martedì 15 novembre 2011

Vita a pois


In questo periodo non è difficile fare incontri come questo. Attenzione a dove mettete i piedi!

Occhi nel buio


Gli sguardi nell'oscurità mettono un po' di timore. L'infrarosso della fototrappola accentua questa sensazione. Soprattutto se parliamo di cinghiali.

lunedì 7 novembre 2011

Val Scura – Monte Cimone – Caldonazzo

Val Scura Cimone
Domenica 30 ottobre 2011. Dall’abitato di Caldonazzo raggiungo la località Lochere. Al primo tornante dopo l’albergo alla Vedova parcheggio la macchina. Inizia la Val Scura. Imbocco il 233. Comincia la salita. Il sentiero sale seguendo il letto del torrente Rio Bianco. In questo periodo la quantità di acqua non è eccessiva, quindi attraversarlo non è difficile. Basta avere equilibrio. Sono in fondo a una gola scavata dall’acqua. Attorno a me solo rocce. L’ambiente è selvaggio. Il sentiero è attrezzato. Cordini e scale aiutano la salita. In alcuni tratti è esposto e proseguire non è sempre semplice. Le rocce lasciano poco spazio alla vegetazione. Mi accorgo che sono in cima alla Val Scura quando in lontananza sento il frastuono della cascata. La valle si apre. Vedo dei camosci. Ancora pochi metri e sono sull’Altipiano delle Vezzene.
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Finalmente il peggio è alle spalle. Il sentiero prosegue nel bosco di abeti rossi. Attraverso la strada provinciale n. 133 di Monterovere e imbocco il 220. In meno di un’ora sono a Baita Belèm (1420). Scendo dal 223 e prendo il 224. Sto salendo sul Monte Cimone (1525). Il bosco è misto, abeti e faggi. Alcuni punti panoramici permettono di vedere i laghi di Levico e Caldonazzo. In pochi minuti raggiungo la croce sul punto più alto.
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Decido di accorciare il tragitto scendendo dal 225. Il tratto iniziale è molto ripido. Il panorama sull’Alta e Bassa Valsugana è meraviglioso. Continuo a scendere. Sono a Caldonazzo.
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Un giro emozionante nei luoghi a cui sono maggiormente legato. Dalla selvaggia Val Scura passi ai luoghi frequentati dell’Altopiano delle Vezzene. Sono entrato nel regno dei camosci e ho avuto la fortuna di vederne molti.