Sabato 10 settembre 2011. La sveglia suona alle 6. Anche oggi l’Ale è la mia compagna di avventura. Prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso Bresimo. Da qui una strada asfaltata sale per qualche chilometro. Arriviamo alla Malga Bordolona di Sotto (1806). Il termometro segna 9 gradi. Le vacche pascolano sopra di noi, ma non le vediamo. Le nuvole coprono tutto.
Prendiamo la strada sterrata e saliamo per 40 minuti. L’Ale comincia a sudare, ma non ci fermiamo. Le nuvole piano piano si diradano. Siamo alla Malga Bordolona di Sopra (2086). La vista è stupenda. Carichiamo le batterie con un po’ di cioccolata. Una manza di razza Frisona ci guarda. Partiamo, ma l’animale ci segue muggendo. Lo aspettiamo, ma quando cerchiamo di avvicinarci inizia a correre sul ripido pascolo, raggiungendo le altre vacche.
Il cartello indica la direzione per il Lago Trenta. In circa due ore dovremmo essere lì. La salita non è impegnativa. Solo in alcuni tratti le gambe fanno male. A parte le vacche, non c’è anima viva. Siamo soli in mezzo alle nuvole. Ci fermiamo. In lontananza il colpo di un fucile. L’eco è incredibile.
Sono quasi le undici. Continuo a dire all’Ale che manca poco. La sua salita oggi è spettacolare. Non credevo potesse arrivare fin qui. Ormai ci siamo. Siamo al Passo Alplaner (2424). Pochi metri più avanti e si apre lo spettacolo: una piana e i laghi Alplaner (2387). Sono tre, di dimensione decrescente, tutti confluenti tra loro. L’acqua è gelida. Mi lavo la faccia. Sulla mia destra ho la Cima Trenta (2636), sulla mia sinistra la Cima del Lago (2615). Salgo da solo proprio su quest’ultima. Dall’alto vedo completamente la piana. Chiamo l’Ale. Dorme tra i sassi.
Scendo. Mangiamo i panini. Verso le 13 facciamo il giro dei laghi. E’ pieno di rane. Ce ne sono ovunque. Ovunque. Incontriamo una comitiva di tedeschi, i primi esseri umani della giornata. L’Ale incontra un rospetto, prova a baciarlo, ma non succede nulla. Prepariamo i bagagli e scendiamo.
Mi lascio tutto alle spalle, anche solo per poche ore. Il peso dello zaino è nulla a confronto di quello della settimana. In questo mi riconosco, non in quello che faccio per mantenermi. Queste foto sono i ricordi più belli, come nei film dove premi un tasto e torni indietro.
Grazie Ale, per come ti muovi nel mio mondo.