Sabato 3 settembre. Il cielo è limpido. Possiamo partire. Con la macchina raggiungiamo l’abitato di Cunevo. Seguiamo l’indicazione per la malga. La strada è stretta e piena di curve ma fortunatamente non incontriamo nessuno. Alle 7 e 30 arriviamo al parcheggio. Carichiamo gli zaini e ci avviamo. Ale mi ha fatto la sorpresa di venire. Dopo pochi minuti raggiungiamo Malga Arza (1514). Le vacche pascolano facendo suonare i campanacci. Siamo solo noi e gli animali.
Proseguiamo lungo il sentiero 330 in direzione Malga Termoncello (1856). La salita non è impegnativa. Dopo poco più di un’ora raggiungiamo i pascoli della malga. Mangiamo qualcosa.
La Cima Loverdina (2237) è sopra di noi, con la croce in vista. Se sono lì è proprio per salirci. Trovare la traccia non è stato semplicissimo, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Troppo dura per l’Ale la salita. Sono bastati pochi metri per convincerla ad aspettarmi alla malga, con la promessa di non mangiare i panini. La salita è ripida. Vedo il lago di Tovel, la Val di Non e l’Ale in lontananza. Sono in cima. Peccato solo per la foschia, ma il panorama è bellissimo. Mi cambio, scatto qualche foto e scendo a mangiare.
Verso le 13 ripartiamo. Prendiamo il sentiero che porta alla Malga Loverdina (1771). Mezzora e siamo lì. Tutto abbandonato. Un peccato. Ripartiamo prendendo il sentiero 370. Altri 40 minuti e arriviamo a Malga Arza.
Di tre malghe due sono dismesse. I pascoli sono immensi ma vuoti. Abbandonati al loro destino, pronti a ritornare bosco. Cerchiamo con nostalgia un campanaccio in lontananza. Niente. In compenso siamo io e l’Ale e lo spettacolo è solo per noi.
piango. dalla gioia.
RispondiEliminaBelle foto e inquadrature! :)
RispondiEliminaChe macchina usi?
Una semplice Nikon D60.
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