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domenica 20 ottobre 2013

Val di Saleci: Scolari-Mandria Saleci Bassa-Bait del Fabio-Malga Saleci Bassa-Malga Saleci Alta-Lago di Saleci e ritorno


Sabato 19 ottobre 2013. Partiamo in direzione della Val di Rabbi. Giunti a Pracorno seguiamo le indicazioni per Scolari e Pozze. Parcheggiamo all'imbocco del sentiero 120. Sono in compagnia di Marco. Dopo poche centinaia di metri la traccia diviene un ripido sentiero. In più punti attraversiamo il corso d'acqua, senza mai trovare difficoltà.


Un cancello delimita i pascoli semi-abbandonati di Mandria Saleci Bassa (1375). La struttura è stata recuperata nel 2002, ma numerosi muri a secco testimoniano lo sfruttamento dei luoghi nel passato. La vista su Cima Lainert (2462) e Cima delle Mandrie (2583) è grandiosa, peccato solo per la leggera foschia.




Proseguiamo. Entriamo nel bosco di abeti, dal quale però usciamo rapidamente in prossimità del Bait del Fabio (1481). Qui si apre un ampia zona prativa dove i larici ingialliti regalano un tocco malinconico.



Poco sopra avvistiamo la sagoma di Malga Saleci Bassa (1658). Due persone del posto ci raccontano la storia della malga. Ripartiamo.



Compare la prima neve. Saliamo rapidamente a Malga Saleci Alta (2039). La vista è praticamente sconfinata. Mangiamo all'interno della rinnovata struttura.




Proviamo a muoverci verso il Lago di Saleci (2322). L'altezza della neve non è mai eccessiva. Al segnavia abbandoniamo la traccia principale e prendiamo quella laterale che sale un pendio esposto al sole. Che fortuna.



Guadagnamo quota fino alla conca del lago, dove ci aspetta un grande spettacolo. Nell'acqua cristallina si rispecchiano il Monte Saleci (2680) e la scura figura di Cima Mezzana (2845). Finiamo di pranzare. Ripartire è quasi un dispiacere.





Torniamo alla macchina seguendo la stessa traccia dell'andata, compiendo solamente una piccola digressione poco prima del ponte di legno posto all'inizio della strada forestale.

Un giro tecnicamente non difficile, ma faticoso, che tocca luoghi solitari di estrema bellezza. Complessivamente lo sviluppo supera i 14 chilometri per un dislivello di circa 1500 metri.

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