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giovedì 16 agosto 2012

Due giorni nelle malghe del Brenta: Andalo-Bocchetta del Piz Galin-Malga Spora-Passo della Gaiarda-Malga Flavona-Malga Termoncello-Malga Loverdina-Malga Campa-Sella del Montoz-Baito dei Cacciatori-Andalo



GIORNO 1

Sabato 11 agosto 2012. Giro di due giorni. Con Roberto ovviamente e sempre da Andalo. Dal parcheggio in località Val Biole partiamo in direzione Malga Spora (1855). Optiamo per la via più dura e più bella. Imbocchiamo il 352 in direzione Piz Galin (2441). La giornata è stupenda, con un grande cielo azzurro. Gli zaini sono più carichi del solito e il passo è condizionato. Superati i 1800 m di quota i pascoli concedono una vista meravigliosa su Andalo e il lago di Molveno. L'ultima rampa che porta alla Bocchetta del Piz Galin (2130) sembra infinita, ma una volta raggiunta la vista è appagante.




Il 353 ci fa rapidamente perdere quota e ci porta verso Malga Spora. Al bivio andiamo a sinistra, in modo da accedere alla malga dal Dos del Lares. Ovviamente le marmotte, oltre a farsi sentire, si fanno vedere. Eccoci alla malga. Ci attendono tre asini molto docili che non aspettano altro di farsi coccolare. Il tempo di qualche foto e un panino che è già ora di ripartire.




Ancora salita. Stavolta 400 m di dislivello necessari per raggiungere il Passo della Gaiarda (2242) via sentiero 301. Il primo tratto è molto ripido e termina su ghiaione. Una volta raggiunto il passo si apre la vallata con una vista sconfinata. Al bivio prendiamo il 371 in direzione Malga Flavona (1858). Scendiamo di quota. Sulla destra il Lago Secco, contrariamente al nome, sembra un'oasi per le vacche. Siamo alla malga. Il tempo per riempire le borracce e ripartiamo.










Seguiamo il 330. Diversi chilometri quasi pianeggianti e con vista sul Lago di Tovel ci portano alla Malga Termoncello (1856). Anche qui ci sono le vacche. Stavolta al rientro dopo il pascolo. Il pastore ci spiega dei recenti lavori di recupero della struttura. Sono le 18. Il sole sta scendendo. Decidiamo di proseguire fino a Malga Loverdina (1771). Ci sembra il posto adatto per dormire. Ma ecco la sorpresa negativa. Il bivacco è occupato da giovani festaioli molto molto brilli. Non ci pensiamo due volte. Andiamo alla Campa (1978). Il segnavia indica circa un'ora. Forse troppo perché i chilometri macinati quest'oggi sono tanti. Proviamo. Male che vada una tenda c'è. Saliamo di quota oltre i 2000 m. Si vede la malga. Eccoci arrivati finalmente. 27 chilometri percorsi. Il bivacco è libero e collocato in una posizione davvero stupenda. Roberto prepara il risotto. Il giorno dopo alla malga si terrà la festa del paese di Campodenno. I volontari lavorano intensamente. Ci invitano a mangiare una fetta di torta e a bere un grappino. La compagnia è davvero meravigliosa. Prima di entrare nel sacco a pelo mi fermo ad osservare il cielo. Quanti pensieri.










GIORNO 2

Domenica 12 agosto 2012. Sveglia nella nebbia quella di questa mattina. La bella giornata di ieri sembra solo un ricordo. Faccio colazione. L'acqua gelida della fontana è una scossa di energia. Due partite a briscola e finalmente il cielo si apre. Partiamo. Seguiamo il 338. Il sentiero inizialmente sale per poi proseguire pianeggiante lungo l'Alpe la Campa. Il panorama è incredibile.





Saliamo fino alla Sella del Montoz (2327). E' l'ultima fatica. Sulla sinistra si alza il Croz del Re, sulla destra Cima S. Maria. Scendiamo lungo la Val dei Cavai. Il sentiero in alcuni tratti è stato trasformato in torrente.   Raggiunto il Baito dei Cacciatori seguiamo il 301 che porta ad Andalo. Arrivati.


Un giro ad anello di 41 km. I posti visitati sono notevoli. Li ho frequentati tante volte, ma mai tutti assieme. Malga Campa però ha qualcosa di speciale e solo visitandola si può capire il perché. Ho fatto morire Roberto di fatica. Il primo giorno è stato più lungo e faticoso del previsto, ma ci ha alleggerito il seguente. Da fare, assolutamente.


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