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domenica 18 novembre 2012

Giro del Monte Agnello partendo da Tesero: salita lungo la Valle del Rio Bianco-Casera Vecia-Baito Val Sossoi-Baito la Bassa-cima Monte Agnello-Baito Valbona-Baito Pizzancae e ritorno



Sabato 17 novembre 2012. Che bella giornata quella di oggi. Un delitto non sfruttarla a dovere. Marco mi tiene compagnia anche questa volta. Raggiungiamo Tesero. Ad est dell'abitato seguiamo una strada che ben presto diviene sterrata. Parcheggiamo su uno slargo. Il tratto iniziale si sviluppa all'interno di una pineta. Al bivio con il sentiero che sale da Panchià proseguiamo lungo il 510. Si tratta di una comoda forestale che sale dolcemente sulla sinistra del Rio Bianco.


Una cascata indica l'inizio della Valle del Rio Bianco. Senza dubbio un ambiente selvaggio, scavato dall'acqua. Sulla nostra destra ignoriamo il 522. Il frastuono dell'acqua è un attrattiva magnetica.  La salita lungo il canyon è davvero fantastica. Alcuni ponti agevolano il passaggio.




Saliamo rapidamente di quota. La prima pausa la facciamo alla Casera Vecia (1750). Poco più avanti imbocchiamo il sentiero 514 che prosegue verso ovest. In pochi minuti ci porta al Baito di Val Sossol (1922), dove i primi raggi di sole ci regalano un po' di tepore.






Il sentiero si mantiene molto agevole, anche se le pendenze aumentano. Usciti dal bosco si aprono i pascoli innevati. Siamo in quota. Ci fermiamo al Baito La Bassa (2168) per bere una tazza di the. Che panorama incredibile. Alle spalle il Lagorai, davanti il Latemar e il Monte Agnello.




Seguiamo la traccia in direzione Rifugio Monte Agnello (2180). Al bivio con il 509 che porta al Baito Valbona (2194) decidiamo di salire liberamente lungo la dorsale sud del Monte Agnello (2358). Percorriamo la cresta fino alla vetta. Purtroppo le antenne la fanno da padrone. Scendiamo al Baito Valbona per il meritato pranzo.




Ripartiamo. Il segnavia indica 40 minuti per il Baito Pizzancae (2140). Nonostante la neve la traccia è evidente. Gli scorci sono davvero notevoli. Dopo un continuo sali e scendi raggiungiamo il baito.




Da qui in avanti comincia una ripidissima discesa. Il sentiero diviene più stretto e talvolta esposto. Perdiamo rapidamente quota. Sentiamo il frastuono del Rio Bianco. Torniamo al punto di partenza giusto in tempo per il tramonto.





Non conoscendo la zona, questo giro è stata una scommessa vinta. Nei 20 chilometri complessivi di sviluppo si incontrano ambienti selvaggi e grandiosi punti panoramici. L'unica nota stonata è stata la vetta del Monte Agnello. Nonostante la sconfinata vista è davvero troppo antropizzata.


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